holigansArticolo apparso sul quindicinale satirico “Il Diavolo” di venerdì 6 aprile 2012.

In Ticino gli Hooligans, in un’ipotetica classifica di impopolarità, sono surclassati soltanto da rom e molinari. Ma da dove nasce questo astio e questa acredine (non avrei mai pensato di poter usare questo sostantivo) rispetto ad una categoria sociale che fino a pochi anni fa era quasi del tutto sconosciuta alle nostre latitudini? Eppure di scazzottate fra ambrìpiottesi e luganesi, ce ne sono sempre state. È proprio su questo tema che verte l’inchiesta “Oltre la curva” da cui abbiamo attinto i dati di questo articoletto. L’interessante servizio è stato curato dalla pluripremiata giornalista d’inchiesta Serena Tinari ed è stata trasmesso alcune settimane fa dal nostro buon Falò. Potete rivedervelo online: qui

Holigani dangereux!
Tolleranza zero, stadi securizzati, videosorveglianza, diffide, concordati e leggi speciali. Un imponente apparato repressivo che però sembra non essere giustificato da un reale aumento della violenza (avrei voluto usare la parola recrudescenza ma mi sembrava veramente eccessivo).
La violenza in occasione di eventi sportivi è diventata notizia. I media amano raccontare con enfasi, senza lesinare dettagli truculenti, ogni scaramuccia. Non c’è telegiornale (e neppure la cronaca locale e quotidiana ne è esente) in cui non ci si compiaccia di mostrare i tifosi come violenti senzacervello assetati di sangue. Ed è facile veicolare questa idea, basta portare a casa immagini sfocate e confuse e il poliziotto di turno non farà mancare una qualche dichiarazione esagerata, magari tenendo in mano un dado di porfido a prova di presunte violente sassaiole. Il dado di porfido in questione è sempre lo stesso, è dagli scontri al Tassino degli anni ’90 che la polizia cantonale se lo porta appresso e lo mostra ad ogni intervista. Viene conservato in una valigetta securizzata e estratto all’occasione. Nei corridoio di via Bossi il sampietrino è affettuosamente chiamano “Dido”.

Il giornale Der Beobachter, non accontentandosi delle apparenze, si è dato la briga di analizzare i dati dell’Ufficio Federale di Statistica sull’incidenza del fenomeno. I risultati sono stupefacenti e contraddicono l’opinione comune: “la violenza negli stadi è rara”. Nel 2010 su quattro milioni di spettatori che hanno preso parte a eventi sportivi ci sono stati solo poco più di trecento episodi di violenza e solo cinque di questi sono stati definiti gravi, una percentuale statisticamente quasi irrilevante.

Un treno di balle
Uno delle principali accuse rivolte ai tifosi è quella legata a presunti danneggiamenti di treni, ma anche questa è una falsa percezione abilmente veicolata attraverso ai media. Per mesi si sono accusati i fans delle squadre svizzerotedesche di aver causato danni alle Ferrovie Federali Svizzere per l’impressionante cifra di tre milioni di franchi. Poche fotografie di vandalismi sui vagoni sono state replicate all’infinito, veicolando nell’immaginario comune il binomio tifosi-vandali. Nel gennaio 2012 la Wochenzeitung cerca conferme rispetto a questo dato: documenti alla mano scopre però che i “tre milioni” non sono il costo causato dai danni provocati dai tifosi, ma il mancato guadagno delle FFS causato dalla vendita di biglietti a prezzi ridotti. Il dato assume un’importanza ben diversa: non si tratta di vandalismi, ma strategie economiche sbagliate. Calcoli malfatti. Ma intanto la macchina della disinformazione si è messa in moto e ha creato nell’opinione pubblica un’immagine distorta della realtà. E quando non si hanno le idee in chiaro su di un fenomeno perché ci viene presentata in maniera faziosa dai media, è difficile prendere delle decisioni sagge. E quando si è creata artificialmente una paura sociale, “il grosso è fatto”, come disse la mamma di Norman Gobbi subito dopo il parto (adattamento di una battuta di Benigni, ndr).

Coraggio che il calcio è di passaggio!
È almeno dal 2005 che la criminalizzazione del tifo è portata avanti in maniera sistematica. In preparazione dei campionati di calcio Euro08 la polizia federale aveva predetto l’invasione del patrio suolo da orde di tifosi violenti. Facendo leva su questa ipotetica minaccia si è messo in piedi una Legge Federale altamente repressiva, poco democratica e forse anche incostituzionale, che avrebbe però dovuto rimanere in vigore soltanto nel periodo “caldo” degli Europei di calcio e dei Mondiali di hockey. Con la scusa dell’emergenza, le camere hanno approvato dei regolamenti che probabilmente in tempi più tranquilli avrebbero faticato ad essere accettati per la loro evidente problematicità.

Non serve essere colpevoli
Ma i campionati del 2008 furono più tranquilli del previsto: le gabbie speciali impiantate per arrestare i tifosi violenti sono rimaste quasi completamente vuote e le orde di tifosi violenti non si sono fatte vedere. Con l’avvicinarsi dello scadere della Legge Federale i suoi contenuti sono stati inseriti in un Concordato Intercantonale “per la lotta agli Hooligans”, che anche grazie alle false e allarmiste notizie diffuse dai media, viene approvato senza un reale e democratico dibattito in Parlamento. Questo Concordato è definito da avvocati ed esperti come incostituzionale e non rispettoso della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Il Ticino ha voluto strafare, il nostro soleggiato Cantone ha addirittura esteso la validità del Concordato alle manifestazioni extrasportive (siano esse carnevali, manifestazioni politiche e sindacali) e come se non bastasse si profila all’orizzonte un ulteriore inasprimento del concordato. Fra le altre cose, anche senza un concreto sospetto, potranno venir eseguite approfondite ispezioni corporali. Metteranno dei ginecologi all’uscita degli stadi? Per intenderci: se il Beppe vi tira un coppino alla festa campestre di Robasacco e il Securitas presente vi vede, potreste incappare facilmente in un meccanismo repressivo kafkiano ed essere sbattuti al gabbio per parecchi giorni, dopo accurato esame rettale, senza nemmeno incontrare un giudice.

Il ritorno delle schedature
Altra pesante eredità della paranoia antihooligans è la famigerata bancadati HOOGAN in cui vengono schedati i presunti tifosi violenti. Vi ricordate lo scandalo delle schedature? Ecco, quasi. La legalità di questo sistema di fiches suscita dubbi etici e legali negli esperti. Non è necessario che un reato sia provato a livello giuridico, vi si può essere inseriti anche sulla base di un semplice sospetto. È sufficiente la parola di un Securitas che ritenga di averti riconosciuto in atteggiamenti violenti per far si che la tua foto e i tuoi dati personali siano diffusi a tutti i gestori di stadi della Svizzera. Alla bisogna questi dati verranno distribuiti anche a tutte le polizie europee (per esempio quando i rossocrociati giocano in trasferta). In pratica queste schedine con la tua foto e tutti i tuoi dati potranno finire in chissà quale cassetto dei club di serie B, C, Z. Alla faccia di tutte le pippe sulla privacy. E quando i tuoi dati dovranno venir cancellati per decorrere del termine legale cosa ne faranno delle schede? Aereoplanini? Riciclati per asciugare la birra rovesciata nelle bouvette degli stadi? Chi controllerà? Nessuna garanzia! Io ho un paio di compagni delle medie, di quelli tonti, che nessuno voleva mai nei lavori di gruppo, che oggi fanno i Securitas. Siamo sicuri che sia giusto lasciare in mano a loro questa responsabilità?

Il gran cabaret della Polizia Cantonale
Altra assurdo aspetto che emerge dal servizio di Falo’ è l’assoluta incapacità della polizia presente alla Valascia di gestire la situazione. Dalle immagini trasmesse, i giovanissimi poliziotti in tenuta antisomossa sembrano non sapere assolutamente come affrontare la situazione. Sguardi impauriti, litigi e comandi discordanti urlati dai graduati. Camionette a tutta velocità spruzzano liquidi urticanti su gruppi di tifosi che si stanno allontanando tranquillamente. Un valoroso agente nel culmine del parapiglia cerca addirittura di sequestrare la telecamera RSI, per poi ritrattare, quando l’avvocato di Comano si presenta sul campo, dicendo che “si trattava di uno scherzo”. Che burloni.

Amico uligano
Il tifo organizzato è però anche altro, le curve degli stadi sono delle vere e proprie subculture. La “cultura del tifo” ha codici, tradizioni e mezzi di espressione precisi. Nelle curve si fa politica e vengono promosse iniziative culturali e di solidarietà. La violenza esiste in quest’ambito, come in ogni altro settore della nostra società. Le curve possono essere un luogo di socialità e di aggregazione, vanno conosciute senza pregiudizi. È troppo facile banalizzare questo fenomeno e ridurlo ad una questione di ordine pubblico. Ci sarà almeno uno dei partiti che siede nei parlamenti cantonali ad accorgersi delle aberrazioni giudiziarie che si stanno perpetrando e interverrà per contestare la situazione?

Maggiori informazioni sul tema:
http://www.inventati.org/ti-riguarda/
http://euro08.noblogs.org/

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