Articolo pubblicato su Voce Libertaria No.14 (novembre 2010)

Prospettive libertarie in caso di fine del mondo
Nel caso le cose dovessero girare per il verso giusto, entro dieci anni potremmo vivere tutti in comunità libertarie autogestite, organizzate in federazioni con una fitta rete di scambi culturali in cui praticare i nostri interessi, come utopizzato da PM in Bolo Bolo. Ma le cose potrebbero andare male, e Stefano, punk-visionario ticinese, ce lo ricorda con le sue frasi vergate con il pennarellone indelebile sui muri di Lugano: la catastrofe finale potrebbe essere alle porte. Non si tratta di “fine del mondo”, il mondo continuerà a girare attorno al sole almeno fino a quando quest’ultimo non si espanderà inghiottendo il globo terrestre. Ben più probabile e prossima è la fine della civiltà che conosciamo, mille potrebbero essere i motivi: dalla fine del petrolio che se non adeguatamente sostituito farà crollare l’organizzazione industriale così come la conosciamo oggi, alla nascita di un superbatterio che provocherà morti e pestilenze. Non dimentichiamoci il sempre in voga olocausto nucleare e la possibilità che dal sottosuolo del CERN venga creato un buco nero, il riscaldamento globale incontrollato, l’acidificazione degli oceani, le nano-tecnologie, le meteoriti giganti, la fine del calendario maya o anche soltanto il mantenimento lo status quo consumistico. L’apocalisse è alle porte. Meglio arrivarci preparati!

Guida steampunk all’apocalisse
Se apocalisse sarà, o meglio, quando apocalisse sarà, sopravviveranno soltanto i più adattabili. I punk con la loro attitudine “no future” saranno forse i più psicologicamente pronti alla catastrofe, l’etica hackers sarà fondamentale per poter riadattare, piegando alle proprie necessità, gli apparati tecnologici rimasti convertendoli, vista la scarsità di energia elettrica, alla forza del vapore. Tecnologia più semplice che necessita soltanto di acqua, fuoco ed ingegno per poter funzionare. Lo squatting sarà la norma, e chi avrà avuto esperienze di autogestione e avrà sperimentato le dinamiche di vita collettiva, sarà probabilmente avvantaggiato. La lotta per le risorse renderà le periferie urbane simili ai bassifondii londinesi della fine dell’ottocento, luoghi senza diritti, in cui solo i “ribelli a vapore del punk” che decideranno di intraprendere la strada della decrescita creativa, forse, si salveranno. Ma non sarà facile per nessuno!

La “Guida steampunk all’apocalisse”, scritta da Margaret Killjoy e tradotta da Reginazabo, pubblicata dai tipi di Agenzia X (ma distribuita con licenze libere e quindi disponibile online gratuitamente in pdf: tinyurl.com/39q65xy) parte proprio da questi presupposti. Con il piglio compassato di un manuale di bon-ton vittoriano, ha lo scopo di mantenerci nutriti, idratati, coperti e protetti dalle miriadi di rischi che ci si ritroverà nel ad affrontare nel post-apocalisse. Il tutto all’insegna del motto: “Chi si aggrappa alla Modernità
precipiterà con essa. Chi costruisce Frigoriferi alimentati dalla Corrente dei Fiumi mangerà in Autunno i Frutti dell’Estate
”.

Uno dei primi capitoli di questo manuale riflette sul luogo in cui sarà meglio insediarsi nel caso di apocalisse: una grande area metropolitana permette di avere facilmente accesso a risorse pre-apocalittiche (metalli e utensili), ma la scarsità di spazio coltivabile, la competizione con gli altri sopravvissuti, la facilità con cui si potranno diffondere epidemie e la difficoltà nel procurarsi acqua una volta che la rete idrica cesserà di funzionare, la rendono una scelta che va ponderata con attenzione. La piccola cittadina potrebbe essere uno scenario più confortevole nel quale insediarsi, a patto che non sia invasa dai Profughi della Metropoli. È il luogo in cui sarebbe probabilmente più facile ricreare comunità coese e quindi difendibile dagli attacchi esterni. La vita in ambiente rurale potrebbe sembrare la più semplice ma la mancanza di risorse e l’esiguità di contatti sociali potrebbero far soccombere rapidamente diverse comunità.
Che tipologia abitativa scegliere? Squattare edifici pre-esistenti o costruire da zero utilizzando risorse presenti? Il manuale spiega come costruire muri di copertoni, come valutare la difendibilità della vostra nuova casa e vagliare l’efficienza energetica e l’adeguatezza del riparo (dagli elementi naturali e radioattivi) che avete scelto. Sarà necessario sapere trovare acqua potabile o a filtrarla in maniera adeguata, procurarsi materie prime smontando le automobili che come carcasse di dinosauro campeggeranno pressoché ovunque. Compostare in maniera adeguata feci e urina sarà indispensabile per evitare epidemie. Il legname va recuperato tenendo a mente il seguente motto “non toccare neanche un albero finché resterà in piedi un solo lampione” e, alcune indicazioni utili relative alla coltivazione e alla caccia, potrebbero essere utili a chi non si diletta in queste pratiche. Soprattutto chi abiterà in aree urbane trarrà giovamento dall’integrazione di proteine di ratto alla sua dieta.

Almeno inizialmente, la caotica società post-apocalittica, sarà dominata da conflitti e da lotte per la sopravvivenza. È opportuno conoscere quindi alcuni strategie di combattimento e di autodifesa. Un arco, una fionda, ma anche una catapulta, saranno alleati utilissimi per difendervi da eserciti più o meno improvvisati: forze dell’ordine che cercheranno di difendere comunque l’indifendibile proprietà privata, legioni di invasati capitanati da novelli messia, e disperati rapaci che, su base individuale, cercheranno di sottrarvi più di quanto una sensata condivisione vorrebbe.

Punk a vapore!

Punk a vapore

Lo steam-punk, letteralmente “punk a vapore” è un sottogenere letterario, filosofico, ma anche estetico in cui si inserisce in pieno questo manualetto. Così come il cyberpunk si rifà ad un futuro prossimo dominato da computer, intelligenza artificiale e pioggia nera. Lo steampunk descrive un immaginario di decadenza vittoriana in cui la società, invece che affidarsi all’elettricità avrebbe seguito la tecnologia del vapore. La meccanica contrapposta all’elettronica. Quella che ha permesso a Jules Verne di immaginare i suoi viaggi straordinari, dalla terra alla luna, e con Nemo sul Nautilus e che ci permetterà, forse, di sopravvivere in caso di apocalisse. Ingranaggi, ferro battuto, cuoio, sbuffi di vapore sono gli elementi estetici di questo filone che cerca di raccontare “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima”. Mischiare i pezzi della “Nave dei Pirati – Lego” con quelli della “Modulo spaziale – Lego” e vedere che cosa ne viene fuori. Molte esperienze steamppunk si raccolgono attorno alla rivista autoprodotta steampunkmagazine.com.

Consigli di lettura in caso di apocalisse.
In caso di apocalisse, almeno inizialmente, non ci sarà probabilmente tanto tempo libero da impiegare leggendo. Ma superati i primi anni, dopo aver capito come soddisfare i bisogni vitali e una volta dimostrato di sapervi difendere, potreste avere un sacco di tempo libero. Una lettura consigliata sul tema è “Voi non ci sarete, cronache dalla fine del mondo”, un’antologia curata, sempre per Agenzia X, da Alessandro Bertante, di racconti di giovani scrittori italiani (nati poco prima o poco dopo Chernobyl) che, come riporta l’introduzione, “ci offre indizi letterari su come si possa oggi immaginare un futuro. Ammesso che sia ancora consigliabile farlo”.