Sul Piano della Stampa, a Canobbio, era presente da anni un piccolo stagno: una grossa pozza dietro al campo sportivo, ai margini del bosco. Ogni primavera si riempiva di gelatinose uova di rana, dalle quali nascevano i girini che poi si trasformavano in rane gracidanti. Io ci passavo tutte le settimane ed era un piacere vedere l’evoluzione stagionale dello stagno e degli animaletti che lo abitavano. Per anni non ha dato fastidio a nessuno, fino all’inizio dei lavori per il nuovo Centro Sportivo al Maglio (CSMA). La sua unica “colpa”: trovarsi nel bel mezzo del cantiere dei campi da calcio e del nuovo autosilo da 80 posti previsti nel nuovo progetto.

Lo stagno non è inserito nell’inventario dei biotopi e delle zone palustri, il documento redatto dalla Confederazione che determina quali zone umide sono meritevoli di protezione, quindi non era tutelato per legge. Ai responsabili sarà probabilmente sembrato possibile cancellare lo stagno senza troppe preoccupazioni. Però, forse, i responsabili non hanno tenuto presente che, seppur lo stagno non fosse protetto, gli anfibi presenti nella pozza invece lo erano. Quelle masse gelatinose di uova appena deposte avrebbero potuto causare parecchi grattacapi al cantiere: ritardi, costi supplementari e chissà cos’altro.

Il 21 marzo 2022 nelle pozze era ancora presente un po’ d’acqua e le uova erano ancora immerse.

Con i primi caldi è iniziato il disboscamento completo dell’area. Centinaia di piante tagliate in pochi giorni, per lasciare posto ad una distesa polverosa che, presto, ospiterà i mezzi da cantiere. Nessun pannello di segnalazione e nessuna indicazione sul progetto in corso. Nell’operazione speciale sono state tagliate anche tutte le piante attorno al biotopo, che è così rimasto esposto senza protezione al sole e al vento. E con la siccità di questo inverno, l’acqua presente nello stagno si è ridotta sempre di più. I raggi del sole, non più schermati dalle piante che proteggevano la pozza, hanno quasi completamente essiccato anche le ultime zone umide.

Preoccupato da quanto stava succedendo ho raccontato l’accaduto sui social e ho segnalato il problema all’Ufficio della natura e del paesaggio del Cantone, alla Città di Lugano e al Karch (il Centro Nazionale svizzero di dati e informazioni per anfibi e rettili) che si sono recati sul posto per capire la situazione. Non potendo che constatare che le ovature erano ormai già inesorabilmente compromesse e non essendoci più anfibi da tutelare, si è deciso che lo stagno poteva essere definitivamente coperto di terra. Anzi questa misura drastica si è resa necessaria e urgente per evitare che le piogge previste nei giorni successivi facessero riempire nuovamente lo stagno d’acqua e richiamasse quindi altre rane pronte a deporre le loro uova, rendendolo così di nuovo un habitat sotto tutela. È qui che è finalmente potuta intervenire la ruspa, distruggendo per sempre il piccolo stagno.

La ruspa in azione il 30 marzo 2022. (foto: Nicolò Bianca)

La Municipale Cristina Zanini Barzaghi ha risposto sulla sua pagina Facebook (link) e desidera precisare che: non è mai semplice affrontare un cantiere e toccare il verde temporaneamente. Al Maglio abbiamo un accompagnamento ambientale fatto dallo studio Dionea (Stefano Castelli), e per gli anfibi è stato consultato Tiziano Maddalena il massimo esperto degli anfibi dell’ufficio natura e paesaggio. Alla fine dei lavori ci sarà molto più verde di prima perché il biotopo verrà ricostituito con vegetazione adatta e il torrente sull’altro lato che transitava vicino alla “baraccopoli” verrà pure rinaturato. Ho avuto indicazioni sul biotopo che non è inventariato, ma verrà ricostituito appena possibile.

Al di là delle rassicurazioni istituzionali si è comunque deciso di distruggere un habitat prezioso, proprio nel periodo della deposizione, senza ancora aver predisposto un’alternativa. Non sarebbe stato più sensato provvedere al nuovo stagno prima di distruggere quello presente?

È sempre difficile capire la relazione di causa-effetto fra le cose: ma è chiaro che si potrebbe ipotizzare che l’abbattimento degli alberi abbia causato un’importante perturbazione dell’habitat che abbia favorito e agevolato il prosciugamento dello stagno, causando così una moria delle uova. Se così fosse, si tratterebbe di una violazione dell’ordinanza e delle relative leggi?

OC – 12.04.2022 – Uscito su: naufraghi.ch il 17 aprile 2022

Aggiornamenti:

  • Il 19 aprile 2022 i Verdi di Lugano hanno depositato un’interrogazione al Municipio di Lugano (19.4.02-InterrogazioneStagnoMaglio), in particolare emerge che: secondo la legge tutte le zone umide sono «oggetti particolarmente degni di protezione» (Art 8. Legge sulla protezione della natura). Inoltre, se lo stagno in quanto tale non godeva di una protezione nazionale o cantonale, gli anfibi presenti nella pozza invece sì, poiché protetti a livello nazionale. Ma c’è di più: lo stagno in oggetto era tutelato a livello comunale poiché iscritto nel Piano regolatore intercomunale Piano della Stampa (PRIPS, del 2015), come componente naturalistica EN2. Per questo oggetto, le norme di attuazione (NAP Art. 29) prevedono che sia «vietata qualsiasi manomissione o intervento che possa modificare la fisionomia, le funzioni e le caratteristiche degli oggetti, quali, bonifiche, ripiene, asportazioni, dissodamenti, demolizioni, ecc. I soli interventi ammessi sono quelli volti alla valorizzazione e alla manutenzione degli oggetti. Deroghe possono essere autorizzate dal Municipio d’intesa con l’autorità cantonale competente».
  • Vedi anche l’articolo su LaRegione del 20 aprile 2022.
  • Il 13 maggio 2022 è arrivata risposta all’interrogazione: RispostaInterrogazione_1278