Il movimento del ’68 giunse nel Cantone Ticino con un certo ritardo, manifestandosi alcuni anni dopo le rivolte che avevano agitato altre parti del mondo. Tuttavia, nel nostro territorio, si registrarono segni di fermento, tra cui occupazioni e manifestazioni, ma è soprattutto il “Cantiere della Gioventù,” tenutosi a Locarno nei Giardini Rusca tra il 24 aprile e il primo giugno 1971, a entrare nella storia. Questo evento coinvolse migliaia di giovani, è tutt’oggi ricordato e citato da molti, e ha influenzato numerose esperienze successive.

Il “Cantiere” fu essenzialmente una tendopoli auto-organizzata, con al centro il Forum, una discoteca, un bar sistemato su un albero e vari atelier per la libera espressione artistica. Inizialmente accolto con diffidenza, l’idea fu poi accettata e sostenuta dalle autorità, riscuotendo un notevole successo; i bar erano affollati, e il “Cantiere” divenne il punto di ritrovo in cui la polizia non aveva accesso.

Durante le cinque settimane di esistenza, tutte le attività furono gestite autonomamente. Si organizzarono atelier di teatro, cinema e una camera oscura per la fotografia. Furono tenute conferenze su svariati temi, destinati a catturare l’interesse dei giovani dell’epoca, dai temi legati all’alpinismo al conflitto israelo-palestinese. Alla fine delle cinque settimane, circolarono voci sulla possibilità di una successiva occupazione e la creazione di uno spazio autogestito permanente. Tuttavia, queste voci rimasero inascoltate, e le autorità sgombrarono rapidamente il “Cantiere,” affermando che, poiché i giovani avevano iniziato ad agire con spontaneità ed autonomia, il “Cantiere” poteva disturbare la quiete preesistente, come scritto dal Comitato in una lettera aperta.

L’ispiratore di questa iniziativa fu Gerold Meyer, un ex insegnante e un anziano militante socialista e pacifista, che collaborò con Alfredo Salvisberg, Felice Hepp e Piero “il poeta” Künzle, oltre ad altri personaggi pubblici che si unirono al Comitato. Nel 2020 si celebrò il cinquantesimo anniversario della fondazione del “Cantiere,” realizzato poi nel 1971, rendendo questo un momento opportuno per rievocare questo capitolo di storia locale recente tramite diverse iniziative, fra cui la realizzazione di un audiodocumentario. La Fondazione Pellegrini Canevascini ha appena acquisito il fondo Gerold Meyer, che contiene foto, video, audio inediti e tutta la documentazione organizzativa. Anche nelle archivi della RSI sono presenti numerosi documenti inerenti a questo tema.

Gerold Meyer, scomparso alcuni anni fa, era un vecchio pacifista che aveva creato a Brione un “Centro per la pace,” composto da sei-sette casette, dove si riunivano numerosi pacifisti e obiettori di coscienza provenienti da tutto il mondo, impegnati per una o più settimane. Il centro rappresentava un crocevia di idee ed esperienze legate all’antimilitarismo, alla creatività, al rispetto dell’ambiente e alla solidarietà verso gli oppressi. Meyer aveva sviluppato un legame speciale con i giovani sensibili a queste tematiche, spingendolo a portare quest’esperienza anche in città, a Locarno.

Nonostante Brione attraesse persone provenienti da tutto il mondo, pochi giovani del luogo sembravano interessati a quanto stava accadendo nella loro zona. Per questo motivo, Meyer e altri attivisti dei movimenti giovanili, tra cui gli Scout e le organizzazioni sportive e culturali, diedero vita al progetto che divenne il “Cantiere temporaneo dei giovani,” della durata prevista di cinque settimane.

Approfondimenti:

Audiodocumentario:

Listen to “Il cantiere della gioventù:le cinque settimane che scompigliarono Locarno” on Spreaker.